2. Alla scoperta di computer e tecnologia

Iwata:

Prima di sentire da voi com'è nata Mobiclip, desidero chiedervi innanzitutto come voi due vi siete avvicinati al mondo dei computer e della tecnologia. Allora, Jérôme, come ha conosciuto l'informatica, la tecnologia e la scienza?

Jérôme:

Quand'ero ragazzo, attorno ai 12 anni, ho scoperto un computer europeo chiamato ZX813. Poi, quando ormai conoscevo già piuttosto bene i computer, ho scoperto la console NES4. È stato allora che mi sono avvicinato ai videogiochi e ho capito che avrei voluto lavorare in quel settore.3. ZX81: personal computer programmabile a basso costo, prodotto dall'azienda britannica Sinclair nel 1981.4. NES: console domestica per videogiochi prodotta per la prima volta in Giappone nel luglio 1983 e successivamente in Europa nel 1986.

Iwata:

Cosa la interessava particolarmente dei computer e dei videogiochi? Cosa l'attraeva particolarmente?

Jérôme:

Difficile a dirsi… forse è stato per via del mio lato "NERD", della mia fissa per i computer. (ride) Sono macchine molto logiche e io adoro la logica. In questo settore ci vogliono abilità matematiche e logiche, ed è stato questo che probabilmente mi ha conquistato, perché al tempo mi piaceva un sacco la matematica e la scienza in genere.

Iwata:

Quando ha scoperto i computer, non c'era Internet e non c'erano manuali di istruzioni, quindi immagino che abbia imparato tutto da autodidatta. Come ha acquisito tutte le sue conoscenze tecniche sui computer?

Jérôme:

All'inizio avevamo qualche libro su CPU e coprocessori5 e mi sono messo a leggerli. Tuttavia, era piuttosto dura perché molti libri erano in inglese e io all'epoca l'inglese non lo sapevo.Tuttavia più tardi ho cominciato ad avere maggiore padronanza della lingua. Le cose che ho imparato allora mi sono servite molto in seguito.5. Coprocessore: processore per computer che integra la CPU (central processing unit).

Iwata Asks
Iwata:

Quindi ha imparato l'inglese leggendo libri di computer?

Jérôme:

Sì, all'inizio sì.

Iwata:

Suppongo che i libri disponibili a quel tempo non spiegassero molto in merito al funzionamento dei microprocessori6 o dei meccanismi interni delle console per videogiochi. Probabilmente cercava spunti per imparare da sé.6. Microprocessore: unità di elaborazione con varie funzioni per eseguire programmi su un singolo chip come circuito integrato.

Jérôme:

Proprio così. All'epoca i libri erano davvero molto semplici, così ho dovuto fare un sacco di ricerche per conto mio al fine di trovare modi efficaci per sfruttare le potenzialità dei computer. Naturalmente ci voleva un sacco di tempo.

Iwata:

Ma lei di tempo ne aveva, no?

Jérôme:

Sì. Anche se in realtà avrei dovuto studiare per la scuola.

Alex:

Sua madre non era tanto d'accordo... (ride)

Jérôme:

Infatti... (ride)

Iwata:

E lei invece, Alex? Come ha scoperto i computer?

Alex:

Io ero un po' più piccolo, li ho scoperti a 8 anni. Un giorno mio padre ne comprò uno. Non che mio padre fosse uno scienziato o cose simili, l'ha comprato solo perché gli pareva fico.

Iwata:

All'epoca non si poteva far niente con un computer, se prima non si creava un programma adatto.

Alex:

Esattamente. Ho avuto la fortuna di far parte di quella generazione che non aveva la possibilità di andare a comprare un programma bello e pronto, ma che doveva darsi da fare e programmarsi tutto da sé. Posso dire quindi di aver cominciato a programmare già in tenera età. All'epoca non avevo collegato questa cosa al Game & Watch7, il gioco che alcuni si portavano a scuola. I miei genitori non volevano che me lo comprassi e io non avevo capito che le due cose si basavano sulla stessa tecnologia. Mi ingegnavo nella programmazione di cose divertenti, ma solo molto più tardi compresi che console e computer erano essenzialmente molto simili.7. Game & Watch dispositivo di gioco LCD portatile prodotto nel 1980.

Iwata:

Cos'ha provato quando ha avuto il suo primo computer?

Alex:

Il mio primo computer mi ha dato la sensazione di avere molto potere. Era molto più di un giocattolo. Non c'erano limiti all'immaginazione; l'unico limite erano le mie capacità e questo per me era molto stimolante. Ero bravo in matematica e, durante tutto il mio corso di studi, non sapevo se dedicarmi alla ricerca matematica pura o alla matematica applicata per realizzare affascinanti mondi artificiali. Così, quando Jérôme mi ha suggerito di entrare nel mondo dei videogiochi, non ho saputo resistere alla tentazione.

Iwata:

Dunque era un ragazzo che amava la scienza, con una buona base di matematica e che alla fine ha scoperto i computer e i videogiochi... A dire la verità, è stato così anche per me. Forse potremmo dire che siamo nati un po' NERD. (ride)